La Fonte Sacra Terme Acqua Pia

La fonte sacra - Ypsas


"Ypsas", i Greci chiamavano così il fiume Belice.

Il nome, pieno di risonanze mitiche, ci accompagna mentre, dall'alto pianoro di Montevago, scendiamo giù al fiume, alla volta della Fonte Sacra. Attraversiamo un luogo selvaggio ed aspro, dominato dalla piattaforma d'arenaria del monte, morsa dal tempo.
La strada, incassata in alcuni tratti tra le rocce, si apre su una vallata ampia, chiusa all'orizzonte della linea uniforme delle montagne. Sotto il cielo luminosissimo, un'estrema solitudine ed un prodigio di forme, colori e profumi che suscitano strane sensazioni.

Mentre il suono antico di Hypsas ci rimanda il sibilo delle onde del fiume e il fruscio delle canne, per un'inspiegabile alchimia della mente, il paesaggio si popola di ninfe e di fauni. E il gregge, immobile sotto un folto oleastro, tra palme nane e ginestre, ci conferma nell'illusione.
Il pastore, addossato al tronco dell'albero guarda lontano, verso la valle e suona il flauto. Forse è Cinzio che aspetta la sua Corinzia per indossare le vesti candide e scendere giù alla Fonte Sacra, a celebrare i riti in onore di Venere.
Attraversiamo con i due giovani dell'antica leggenda, sentieri impervi, tra sommacco, accanto e cardi spinosi, alla ricerca della bellezza e dell'immortalità. Perenne aspirazione dell'uomo.
Sotto la canicola, ci accompagna la fragranza del finocchio selvaggio e del mentastro e ci sostiene la bellezza superba dei luoghi e l'attesa di un lavacro ristoratore.
Ecco un serpente sinuoso di ciuffi di canne fitte, intricate, a svelarci la presenza del fiume.
"Hypsas", grida Corinzia gioiosa.
"Al Qarib, Belich, Belice", le fanno eco altre voci invisibili.
Attraverso quei nomi, in un attimo, percorriamo scale di secoli, fino a smarrirci. Il fiume, nascosto dalla vegetazione, è quasi invisibile. Se ne sente solo lo scroscio.
"Ecco la Fonte Sacra" grida ancora una volta Corinzia.
Sgorga lì, ai piedi del monte l'onda morbida, calda, accogliente, una nuvola di vapore, una ragnatela di filamenti, di gorghi, di spruzzi. Corinzia sussurra misteriose preghiere e corre a bagnarsi.
Sotto il getto benefico si trasfigura, come sfiorata dalle dita di Venere, mentre Cinzio la guarda estasiato. Per noi, è tempo di uscire dal mito.

Attraversiamo le muraglie che proteggono la Fonte Sacra dalla furia del Belice, è come scavalcare tre mila anni di storia.
Al di là c'è il modernissimo stabilimento delle "Terme Acqua Pia".
L'occhio è abbagliato dallo scintillio delle acque, colore dello smeraldo e dalla rigogliosa vegetazione.
Cinzio e Corinzia hanno lasciato cadere le tuniche bianche, per indossare costumi adamitici. Nuotano dalle piscine.
"I moderni pastori" sono venuti, come gli antichi, a celebrare i loro riti per il benessere del corpo e dello spirito, distesi sul prato inglese, sotto l'ombra dei pini, sui sedili di pietra di un'antica vasca, a rilassarsi nelle Acque Sacre.

Terme Acqua Pia
Un' oasi moderna in un luogo incontaminato. Uno spazio di luce, di trasparenze, di colori cristallini, puri, morbidi.
Si prova una strana sensazione a bagnarsi nelle acque della Fonte Sacra: è come scendere la scala della storia, tuffarsi nel mito ed uscirne rinnovati.

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